Ma io non ero un aquilone normale, io provavo sensazioni ed ero in grado di farle anche provare.
Io avevo un filo diverso da tutti gli altri, il mio era un filo magico, non potevo rimanere un aquilone, dovevo trasformarmi nel principe.
Invece ero ancora li, non riuscivo ad entrare in quel mondo, la bambina, poco più in là mi guardava e sorrideva, mi aspettava, sicura che l’avrei raggiunta, lei era entrata.
Feci appello a tutte le mie forze, provai, tentai, niente, ero sfinito ma non per questo intenzionato ad abbandonare, niente, niente !
Poi accadde.
Improvvisamente persi stabilità di volo, cominciai a ruotare su me stesso, caddi in picchiata, mi rialzai in cielo, poi una veloce virata a sinistra, poi a destra, e di nuovo giù … ero senza controllo eppure la bambina teneva ancora il filo in mano … anzi, per la verità teneva il gomitolo, stretto, ma il filo non era più teso verso di me.
Ero completamente senza controllo.
Era successo quello che non pensavo potesse accadere.
Un colpo di vento, forte, strappò il filo.
Un vento che si rivelò essere più forte del filo.
Un vento che portò via la mia principessa.
Adesso sono alla deriva, chissà dove potrò mai cadere, sono rimasto io, un aquilone, in balia delle correnti.
Il vento me l’ha portata via, il vento adesso le accarezza i capelli, il vento adesso le sfiora la pelle e le sussurra dolci parole alle orecchie, il vento adesso la culla nelle notti di tempesta.
Ed io continuo a volare, senza meta.
Con il cuore pieno di dolore ma anche di gioia perché, nonostante il filo sia stato strappato, riesco ancora a sentire la mia principessa, e quello che prova. So che stà bene e che è felice.
Grande uomo, dove sei?
Perché ti sei dimenticato di mettere quel fermo per impedirmi di provare anche io le emozioni?
Grande uomo, non commettere più quell’errore, se puoi.
Non uccidere gli aquiloni.
I bambini hanno tanto bisogno degli aquiloni … e loro dei bambini.
-FINE-